La successione: evitare litigi e imposte elevate
Come si può pianificare per tempo il patrimonio in modo che figli e nipoti non si ritrovino a dover litigare sulla spartizione della ricchezza?
La successione
La successione rappresenta un momento importante e di passaggio nelle famiglie. La scomparsa di un caro comporta oltre all’inevitabile dolore, anche la dinamica del passaggio alla nuova generazione delle volontà del defunto e ,tra queste, anche della sua ricchezza.
Storia
La tassa di successione ha una storia molto antica che ha visto numerose modifiche: non andando nel dettaglio dell’imposta al tempo dei romani, quando era un tributo tra i tanti richiesti, la sua storia può essere fatta iniziare a partire dal periodo napoleonico.
I problemi sociali
La successione rappresenta un momento molto delicato per una famiglia: il passaggio di ricchezza a nuove generazioni infatti può creare litigi e scontri familiari. Scontri che oltre a lacerare a volte permanentemente i rapporti tra fratelli, comportano anche molti costi legali.
In Italia questi scontri sono all’ordine del giorno: questo è dovuto al fatto che solo il 15% delle successioni avviene con la presenza di un testamento.
Il testamento rappresenta il documento ufficiale che permette di stabilire come dovrà essere suddiviso il patrimonio: se viene fatto in modo razionale, le liti possono essere evitate.
Spesso però viene toccata la “legittima”, ovvero quella quota di eredità dovuta per legge agli eredi di primo grado, che se non viene riconosciuta può far decadere quanto scritto nel testamento.
Le decisioni da prendere su come dovrà essere suddivisa la propria ricchezza non sono sicuramente semplici, influenzate da molte variabili familiari, di contesto e di periodo storico.
Questa attività però rappresenta un gesto, da parte per esempio di genitori anziani a favore dei figli, che può evitare una crisi familiare futura e la perdita di valore del patrimonio.
L’armonia familiare dovrebbe essere il primario obiettivo da porsi al momento della stesura del testamento. Una suddivisione razionale e consapevole della ricchezza è – di fatto – l’atto con cui l’obiettivo dell’armonia familiare si può concretizzare. In famiglie con più figli, è sempre complesso riuscire a fare contenti tutti. Il rischio aumenta nei casi in cui la ricchezza familiare è divisa tra denaro, immobili e magari un’azienda avviata.
Lasciare la suddivisione in mano alla legge, senza testamento, può portare inevitabilmente alla nascita di contenziosi tra fratelli, che rovinano l’unione familiare.
Un ragionamento fatto per tempo invece, permette di avere una fotografia chiara della propria ricchezza familiare, della situazione passata e presente e prendere decisioni, magari insieme a tutta la famiglia, su come verrà suddivisa la ricchezza.
Le dinamiche che possono portare a conflitti infatti sono anche legate alla tipologia di bene che viene ereditato:
- Denaro, investimenti, essendo divisibile, sono di più facile divisione tra gli eredi, permette maggiori manovre per modificare l’impatto fiscale dell’imposta;
- Immobili: non facilmente divisibili, se non con una vendita, possono comportare impugnazioni da parte di eredi che rivendicano una perizia di valore diversa da quella del defunto;
- Azienda: se il padre o la madre di famiglia lasciano le redini dell’azienda quando ancora in vita a uno dei figli, dovrà essere fatta una attenta analisi sulla valorizzazione e sull’effettiva continuazione dell’attività per fare in modo che anche gli altri eredi siano soddisfatti della loro quota.
Ai problemi legati al tipo di bene ereditato, alla suddivisione corretta, si aggiunge poi la fiscalità. In altre parole, la possibilità quindi di dover pagare da parte degli eredi una imposta per l’eredità ricevuta.
Divisione senza testamento
Se il genitore non ha lasciato un testamento, i figli saranno tenuti a dividere il patrimonio secondo le seguenti regole:
- Se è ancora vivo l’altro genitore, a questi spetta un terzo dell’eredità (a meno che non sia già intervenuta la sentenza di divorzio). Gli altri due terzi vanno divisi tra i fratelli (anche se sono in vita fratelli e ascendenti del defunto);
- Se non è in vita l’altro genitore, l’intera eredità viene divisa tra tutti i fratelli in quote uguali.
La legittima
Se il genitore ha lasciato un testamento, bisogna rispettare le sue ultime volontà. Tuttavia, il testamento non può ledere le «quote di legittima», ossia quella parte “minima” di patrimonio che la legge riserva a ogni figlio. Così, ad esempio, non si può diseredare un figlio, né è consentito fare, in vita, tante donazioni in modo che, alla propria morte, il patrimonio si sia esaurito senza che, a uno o a più figli, ne rimanga una parte.
Dunque, il testatore deve in ogni caso sapere che alcuni parenti prossimi, i legittimari, sono tutelati dalla legge, ai quali è riservata una quota dell’eredità, a prescindere dalla volontà del testatore stesso. Le disposizioni testamentarie non possono perciò pregiudicare i diritti che la legge riserva loro.
La legge distingue perciò tra:
- Quota indisponibile: è quella parte del patrimonio che deve per forza finire agli eredi legittimari;
- Quota disponibile: è quella parte del patrimonio di cui si può fare ciò che si vuole e che può essere lasciata in favore di chiunque (anche a favore di soggetti come Onlus, associazioni benefiche).
Ebbene, se oltre al coniuge ancora in vita ci sono 2 o più figli (anche se i genitori del defunto sono ancora in vita), al coniuge va 1/4 dell’eredità, mentre 1/2 va diviso tra i figli in parti uguali. Il restante 1/4 dell’eredità costituisce la quota disponibile. Se invece l’altro coniuge non è più in vita (o è intervenuta la sentenza di divorzio) e ci sono 2 o più figli (anche se vivono ancora i genitori del defunto), ai figli vanno i 2/3 dell’eredità divisa per parti uguali, mentre il restante 1/3 costituisce la quota disponibile che può essere lasciata a chiunque.
Caratteristiche dell’imposta sulle successioni
L’armonia familiare, oltre che per le scelte di divisione della ricchezza, può essere minata a causa del dovuto pagamento dell’imposta di successione
L’imposta sulle successioni, in Italia, è un’imposta dovuta per il trasferimento della proprietà o di altri diritti nella circostanza in cui un soggetto benefici di un arricchimento patrimoniale mortis causa o a titolo di liberalità
L’imposta di successione è un onere dovuto quando viene a mancare un parente: è diversa in base a specifiche caratteristiche, come grado di parentela e ammontare del patrimonio trasferito. Ha caratteristiche diverse poi in caso di presenza di immobili o altra ricchezza.
L’Italia è stata più volte vista come una “mosca bianca” nel gruppo dei paesi europei per quanto riguarda l’imposta soprattutto per la franchigia ovvero il valore espresso al di sopra del quale inizia ad essere applicata l’imposta.
La franchigia rappresenta il valore di patrimonio totale al di sotto del quale nulla è dovuto: varia in base al grado di parentela, in particolare per le successioni più diffuse, tra genitori e figli, e in generale parenti di primo grado, la franchigia è di 1 mln di euro per erede. Questo significa che in una famiglia con genitore e 2 figli, i figli saranno tenuti al pagamento dell’imposta solo per la parte eccedente 1 mln di euro ciascuno.
In caso di patrimonio inferiore, considerato nella sua totalità tra immobili e ricchezza finanziaria, nulla sarà dovuto.
Per gli immobili, a prescindere da parentele e franchigie sono sempre previste l’imposta ipotecaria e l’imposta catastale che ammontano rispettivamente al 2% e all’1%, oltre a altri “balzelli” fissi quali l’imposta di bollo, la tassa ipotecaria i tributi speciali, che complessivamente ammontano a circa 100 euro. Vengono ridotte solo nel caso in cui la casa ereditate diventi prima casa per l’erede.
Italia: un piccolo paradiso
Con queste caratteristiche l’imposta di successione in Italia rappresenta un onere non per la maggior parte della popolazione, ma per una “minoranza”: patrimoni per erede superiori al milione di euro infatti non sono così usuali.
In caso di patrimonio superiore al milione di euro per erede, nella grande maggioranza dei casi la franchigia viene superata con il valore del patrimonio immobiliare, che viene calcolato sul valore catastale. Come già spiegato nel white paper immobiliare il patrimonio della famiglia media italiana per il 70% è costituito da immobili.
Questo comporta problemi per il pagamento dell’imposta: in caso di patrimonio ereditato totalmente immobiliare, il pagamento dell’imposta dovrà comunque essere fatto secondo i tempi previsti (60 giorni dalla notifica di liquidazione oppure a rate).
Il contesto immobiliare italiano non si presta bene per poter liquidare rapidamente gli immobili, per questo può risultare difficoltoso per l’erede trovare la liquidità necessaria per il pagamento se non ne è già in possesso.
Con il susseguirsi di crisi economiche, come quella legata alla pandemia di covid-19, riemerge sempre il problema dell’indebitamento pubblico dell’Italia, non visto di buon occhio da altri paesi europei a fronte degli aiuti economici forniti.
E di buon occhio non viene vista di sicuro questa imposta, tra le più basse al mondo e sicuramente più bassa in Europa come si vede da questa tabella.
La differenza dell’imposta è sicuramente da confrontare anche con le aliquote previste per le imposte e le tasse “in vita”, dove in Italia siamo soggetti a imposte sul lavoro tra le più alte, che si compensano poi in quelle di successione.
Esempio
Consideriamo un’eredità del valore netto di 1 milione di euro lasciata da un genitore al proprio figlio: in Italia la franchigia di 1 milione è sufficiente a evitare completamente l’imposizione, mentre negli altri paesi non è così. In Spagna l’imposta ammonterebbe a circa 335mila euro, in Francia a 270mila, nel Regno Unito a 245mila e in Germania a 115mila”. I paesi vicini raccolgono fino a 13 volte il gettito italiano sull’imposta di successione.
Un debito così alto fa pensare sempre più concretamente a un possibile inasprimento di imposte, per cercare di recuperare denaro. Essendo le imposte sull’attività lavorativa e sulla persona già tra le più alte al mondo, una imposta di successione così bassa sembra essere la più plausibile ad essere incrementata.
Come potrebbe evolvere l’imposta di successione in Italia?
Le valutazioni da fare per lasciare la propria ricchezza a figli e nipoti in modo da mantenere la serenità sono tante: è necessario pianificare in vita quali dovranno essere le proprie volontà.
Questo sguardo al futuro va dato anche in relazione al fatto che le regole di oggi potrebbero non valere per sempre.
La situazione fiscale italiana sull’imposta è molto vantaggiosa, e la richiesta sempre crescente da parte dell’europa di soluzioni al debito potrebbe portare ad un avvicinamento alle soglie di imposta degli altri paesi europei. Già dal 2015 è depositata una proposta di legge per ridurre la franchigia tra i 200.000€ e i 300.000€ e alzare le aliquote di imposta.
Sicuramente, qualora diventasse legge, questa proposta cambierebbe radicalmente lo scenario successorio in Italia.
Essendo considerate nel calcolo della franchigia anche gli immobili al loro valore catastale, con una franchigia di 200.000€ subirebbero l’imposta molte più famiglie rispetto ad oggi, con un deciso incremento di gettito per lo Stato.
Verrebbero incrementate poi le aliquote, per avvicinarsi maggiormente alla media delle aliquote dei paesi europei. Si potrebbe facilmente passare da una attuale aliquota del 4% per la successione tra parenti di 1° grado al 7%.
Ad essere colpiti di più sarebbero poi i patrimoni più grandi: infatti il disegno di legge specifica che l’aliquota di imposta venga triplicata per i patrimoni superiori ai 5 mln di euro. Questo significa che un figlio che eredita il patrimonio dai genitori, se superiore ai 5 mln di euro, si troverebbe una aliquota dal 4% attuale addirittura del 21%
Scenari futuri: calcola l’imposta
Limitare i litigi
La successione non rappresenta un evento incerto, quanto piuttosto certo del quale non si conosce la data di accadimento.
Proprio sapendo di doverci avere a che fare prima o poi, bisognerebbe fare un profondo ragionamento sul futuro.
La decisione su come suddividere la ricchezza verso figli e nipoti quando si è ancora in vita comporta uno sforzo notevole, a volte per difficoltà dovute a rapporti familiari e altre variabili.
Il costo che si sosterrebbe però in caso di litigi e/o imposte, sarebbe sicuramente superiore allo sforzo di pianificare per tempo.
E’ anche vero che, dopo una vita di lavoro e sacrifici, può non essere così semplice fare una fotografia generale del proprio patrimonio e conoscere esattamente le dinamiche relative al passaggio agli eredi.
In questo senso aiutano molto i moderni sistemi di calcolo e di monitoraggio del patrimonio, che con un semplice censimento di tutti i beni materiali, immobili, liquidità e investimenti, permettono di avere una prima immagine del futuro.
A partire da questa analisi poi, è necessario riflettere su come trasmettere le proprie volontà e, una volta fatto il totale, conoscere se la successione avrà un impatto fiscale sui propri eredi.
La priorità dovrebbe essere data al definire come suddividere il patrimonio tra gli eredi. Una volta fatto questo verificare quale potrebbe essere l’imposta che dovranno pagare gli eredi, in caso di superamento della franchigia.
Limitare l’impatto dell’imposta è possibile con azioni mirate e diverse in base al bene ereditato.
E’ possibile intervenire sulla ricchezza familiare in modo che l’imposta di successione non sia troppo onerosa per figli e nipoti: soprattutto alla luce delle possibile modifiche che la renderebbero molto più cara.
Queste manovre devono essere studiate in modo attento affinchè non intacchino la armonia familiare, e devono essere adattate in base alla tipologia di bene di cui si parla.
E’ bene affidarsi ai moderni sistemi di analisi a disposizione delle banche che permettono di fare delle stime molto approfondite sulla potenziale imposta e sugli impatti della successione
Se la ricchezza familiare è composta da più tipologie di beni (liquidità, investimenti, immobili, azienda) è necessario affidarsi a professionisti per una maggiore tutela.
Le operazioni su queste diverse tipologie di beni che compongono la ricchezza familiare necessitano di approfondite analisi e in alcuni casi di operazioni che possono coinvolgere tutta la famiglia e impiegare molto tempo.
Per esempio per la parte mobiliare (investimenti finanziari, liquidità) una soluzione può essere quella di investire in titoli di stato o polizze vita, che permettono di rendere esente quella parte di patrimonio dall’imposta. La legge infatti prevede che questi strumenti non ricadano nell’asse ereditario, ma siano destinati direttamente agli eredi.
Per la parte immobiliare il discorso è più complesso in quanto è necessario attivarsi anche con il supporto di un notaio per “anticipare” l’eredità immobiliare a figli o nipoti. Un metodo può essere quello della cessione della nuda prorpietà.
Per l’azienda la questione diventa molto più ampia: in questo caso è necessario impiegare un grosso sforzo prospettico verso il fututo, considerando quale ruolo dare ai propri figli, sempre che desiderino far parte dell’azienda di famiglia. E’ necessario prendere quindi degli accordi tra familiari, sintetizzabili nei “patti di famiglia” dove vengono definiti i ruoli di ognuno per garantire la continuità dell’azienda o, in alcuni casi, decidendo di interromperla vendendola
Ecco perché è necessario muoversi per tempo e utilizzare una pianificazione razionale della propria ricchezza proiettata nel futuro
Cosa possiamo fare per te?
La pianificazione della successione è un momento cruciale nella vita di una famiglia: si tratta di pensare come voler lasciare la propria ricchezza ai propri eredi. I nostri sistemi di analisi ci permettono di andare molto in profondità per coinvolgere tutto il patrimonio, conoscere esattamente le quote spettanti agli eredi, e soprattutto ci permette di avere una base di ragionamento per evitare che la successione comporti problemi familiari, aziendali e ancora che sia influenzata da imposte troppo elevate.


Cosa possiamo fare per te?
La pianificazione della successione è un momento cruciale nella vita di una famiglia: si tratta di pensare come voler lasciare la propria ricchezza ai propri eredi. I nostri sistemi di analisi ci permettono di andare molto in profondità per coinvolgere tutto il patrimonio, conoscere esattamente le quote spettanti agli eredi, e soprattutto ci permette di avere una base di ragionamento per evitare che la successione comporti problemi familiari, aziendali e ancora che sia influenzata da imposte troppo elevate.

Cosa possiamo fare per te?
La pianificazione della successione è un momento cruciale nella vita di una famiglia: si tratta di pensare come voler lasciare la propria ricchezza ai propri eredi. I nostri sistemi di analisi ci permettono di andare molto in profondità per coinvolgere tutto il patrimonio, conoscere esattamente le quote spettanti agli eredi, e soprattutto ci permette di avere una base di ragionamento per evitare che la successione comporti problemi familiari, aziendali e ancora che sia influenzata da imposte troppo elevate.
Sono Alessandro Sichieri, consulente patrimoniale nel mondo finanziario da quasi 10 anni. Mi occupo di supportare famiglie e aziende nell’analizzare il proprio patrimonio in ogni singolo dettaglio: finanziario, immobiliare, extra finanziario. Questo punto di partenza permette poi di prendere decisioni di investimento e di azione che permettano di essere preparati per gli scenari futuri, e che possano rendere sostenibili e raggiungibili gli obiettivi di vita, aziendali o familiari prefissati.
La consulenza patrimoniale che opero con la mia struttura ha l’obiettivo di individuare e mettere in atto investimenti che siano utili e rivolti a obiettivi reali, sia per famiglie che aziende.